Il Freewalking ha origine nel 2003 e nasce dall’unione di più fattori: insegnamento di discipline sportive, osservazione e studio del comportamento umano e della sua struttura fisica, della postura e della comunicazione corporea nelle diverse attività motorie, in particolare nella piu’ praticata al mondo: la camminata.
Durante l’insegnamento e la pratica dell’arrampicata sportiva, della camminata nordica e di altri sport come lo sci, il telemark, lo sci alpinismo, la corsa e la bici ho avuto modo di provare e testare in prima persona gli adattamenti e le attivazioni che avvengono mentre il corpo si muove e occupa “un territorio”.
In particolare l’arrampicata sportiva e la camminata nordica, anche se “vivono” in ambienti opposti, mondo verticale e mondo orizzontale, hanno in comune più di un aspetto, ma per comprenderne lo stretto legame bisogna riporre l’attenzione sullo spostamento del corpo nello spazio e sulla ricerca dell’equilibrio per linee incrociate o rette.
Questo aspetto comune sta alla base del Freewalking.
Scalata e camminata nordica quando si svolgono in un terreno di movimento e di gioco che potremmo definire “semplice”, ossia non impegnativo in termini di difficoltà o di velocità (in questo caso rientrano altre dinamiche ma comunque collegate), si possono creare delle situazioni che vanno ad amplificare, orientare o disorientare le capacità di adattamento da parte della persona impegnata nel gesto tecnico.
Ho chiamato tali condizioni: opportunità mobili.
L’adattamento è un processo complesso di ogni essere vivente, vegetale o animale, che per sopravvivere deve rispondere continuamente agli stimoli ambientali in modo autonomo e automatico. Nel mondo animale la respirazione, l’attività cardio-circolatoria, la termo-regolazione, la digestione, la risposta immunitaria, la stazione eretta e molte altre attività funzionali e vitali sono realizzate e controllate dal Sistema Nervoso Centrale (SNC), collegato a sua volta all’ambiente esterno e all’ambiente interno del corpo tramite informazioni sensoriali e motorie provenienti dal Sistema Nervoso Periferico (SNP).
Le opportunità mobili, o condizioni amplificate di adattamento, possono creare posizioni emergenti di limiti o blocchi comportamentali collegati alla percezione di ciò che il cervello registra in quel momento (difficoltà di coordinazione, tensioni, paura, ecc.), risolvibili con atteggiamenti consapevoli e connessi a una coscienza della dimensione corporea presente.
Il Freewalking è una relazione d’aiuto e di auto aiuto che propone tramite la camminata di andare “oltre il senso del cammino”, dove ad ogni passo non procede solo un “corpo” ma il CORPO informato.
Il metodo Freewalking orienta le persone che vi ricorrono al raggiungimento e al mantenimento di un buono stato di salute*, che vuol dire imparare a contenere situazioni conflittuali, gestire al meglio lo stress, utilizzare le emozioni, ottimizzare le proprie risorse, recuperare energia piu’ velocemente, aumentare la consapevolezza dei segmenti corporei nettamente differenziati in generale e del proprio corpo, praticando correttamente in maniera consapevole una regolare attività fisica, come la camminata o qualsiasi altro sport andando oltre al semplice gesto tecnico che caratterizza l’attività stessa.
Luca Zambolin (ideatore metodo Freewalking)
*Un buono stato di salute necessita anche di un atteggiamento propositivo e costruttivo verso un pensiero positivo, oltre che un ambiente e un’alimentazione sana.